Cominciare un nuovo romanzo è come camminare in un bosco,
bendati.
Non sai quale strada percorrerai, quante volte cadrai o
andrai a sbattere. Ti affidi all'istinto, attendi quel sussurro che suggerisce
alla tua anima quale direzione percorrere.
Perché il tutto, che ci si creda oppure no, è un lavoro
dell'anima, sull'anima.
Il cervello non c'entra.
La mente è solo un agente di controllo, una membrana che
filtra l'onda emotiva dei nostri pensieri liberi e li trasforma in concetti
comprensibili e simil-organizzati.
È solo un mezzo di cui ci serviamo per far sì che il nostro
inconscio anarchico diventi presentabile al mondo.
La creatività, invece, non ha regole, non segue schemi,
scalette o punti programmatici.
Ogni cosa nasce perché deve nascere e il modo in cui lo fa
ci sorprende ogni volta.
Proprio come un figlio: sai che arriverà, prima o poi, ma
non hai la minima idea di come saranno il suo aspetto, il suo sguardo, la sua
voce. Semplicemente, ti prepari ad accoglierlo.
Vi siete mai chiesti come, ad un certo punto e senza il
minimo preavviso, un'idea nasce dentro di voi? Non c'è un motivo per cui voi,
in quell'istante, in quella condizione, in quel periodo della vostra vita dobbiate
cominciare a sentire quella sensazione, quel bisogno di raccontare una storia alla
quale mai avevate pensato, prima di allora.
Eppure è lì, proprio per voi e nessun altro.
Sto cominciando a maturare il sospetto che, in realtà,
qualcuno di invisibile e impalpabile ci suggerisca tutto ciò.
Questo è ciò che intendo con 'scrivere coi fantasmi'.
Ho cominciato un nuovo romanzo, qualche settimana fa.
Conosco i personaggi e tutte le loro sfaccettature ma non ho
la più pallida idea del percorso che intraprenderanno.
Saranno loro a deciderlo, col tempo. Saranno loro a
crescere, a sviluppare il loro punto di vista sul mondo, a decidere chi amare,
chi odiare e per quali motivi commuoversi.
E questa è una cosa meravigliosa!
Nessun commento:
Posta un commento