Fino a qualche anno fa, un esordiente che sognava di veder
pubblicata la propria opera, aveva sostanzialmente due strade da percorre nella
scelta di quale tipo di casa editrice stalkerare
(perché di questo si tratta, ahimé):
- piccola e sconosciuta
- grande e irraggiungibile
Va da sé che, per la prima categoria, le possibilità di
essere notati sono indubbiamente più elevate mentre, per la seconda,
l'intercessione di San Gennaro è pressoché obbligatoria.
Però (c'è sempre un "però" nella vita) la piccola
casa editrice pecca spesso di una scarsa, se non inesistente, distribuzione; problema
che, invece, per un colosso editoriale non sussiste.
Oggi, tuttavia, si presenta davanti a noi una terza e favolosa opportunità di veder realizzati i nostri sogni: il self publishing.
Diversi siti web offrono, quasi gratuitamente, spazio per la pubblicazione della popria opera, sia in formato cartaceo che digitale.
Con l'avvento dei nuovi formati digitali - gli ebook, per
intenderci - lo scenario editoriale sta cambiando forse radicalmente.
Tralasciando i vantaggi e gli svantaggi insiti in tale
formato, cerco di valutare la questione dal punto di vista dell'autore, più che
del lettore.
La possibilità di una pubblicazione indipendente e autonoma,
che prescinde dall'interpellare un editore, offre sicuramente una serie di
vantaggi - quindi di stimoli - a uno scrittore, a maggior ragione se esordiente:
- risparmio di tempo: non si è più obbligati ad attendere
mesi per una risposta, nella maggior parte dei casi, negativa
- risparmio di denaro: sia inteso come "percentuale sul
prezzo di copertina" che eventuali quote di partecipazione per la
pubblicazione della propria opera
- risparmio di mazzate emotive: causate da rifiuti o mancate risposte
da parte delle case editrici
Primo tra tutti: la mancanza di un editing serio sulla
propria opera.
Se si è onesti con sé stessi, e se si vuole esserlo con chi ci leggerà, saremo
costretti a rivolgerci a chi l'editor lo fa per mestiere; certo, l'esborso
economico potrà essere di non poco conto ma la qualità dell'opera sarà quasi
garantita.
Personalmente, credo che questo sia un investimento che vada
fatto, purché, ovviamente, ciò non significhi dilapidare il proprio patrimonio.
Per quel che concerne promozione e distribuzione, attraverso una casa editrice sarebbero forse più oculate rispetto ai nostri metodi da social-strilloni.
Quindi, al giorno d'oggi, il dilemma che un esordiente si
pone non è più
"Piccola o
grande casa editrice?"
ma
"Da solo o con
un editore?"
Si è più disposti ad attendere mesi per ricevere un rifiuto
ma con la consapevolezza che, se rifiuto non sarà, ci potremo affidare a dei
professionisti, oppure "bando alle ciance" e proviamoci da soli?
San Gennaro permettendo, ovviamente...
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