lunedì 25 marzo 2013

You'll never walk alone! Maybe...


Fino a qualche anno fa, un esordiente che sognava di veder pubblicata la propria opera, aveva sostanzialmente due strade da percorre nella scelta di quale tipo di casa editrice stalkerare (perché di questo si tratta, ahimé):
- piccola e sconosciuta
- grande e irraggiungibile
Va da sé che, per la prima categoria, le possibilità di essere notati sono indubbiamente più elevate mentre, per la seconda, l'intercessione di San Gennaro è pressoché obbligatoria.
Però (c'è sempre un "però" nella vita) la piccola casa editrice pecca spesso di una scarsa, se non inesistente, distribuzione; problema che, invece, per un colosso editoriale non sussiste.

Oggi, tuttavia, si presenta davanti a noi una terza e favolosa opportunità di veder realizzati i nostri sogni: il self publishing.
Diversi siti web offrono, quasi gratuitamente, spazio per la pubblicazione della popria opera, sia in formato cartaceo che digitale.

Con l'avvento dei nuovi formati digitali - gli ebook, per intenderci - lo scenario editoriale sta cambiando forse radicalmente.
Tralasciando i vantaggi e gli svantaggi insiti in tale formato, cerco di valutare la questione dal punto di vista dell'autore, più che del lettore.
La possibilità di una pubblicazione indipendente e autonoma, che prescinde dall'interpellare un editore, offre sicuramente una serie di vantaggi - quindi di stimoli - a uno scrittore, a maggior ragione se esordiente:
- risparmio di tempo: non si è più obbligati ad attendere mesi per una risposta, nella maggior parte dei casi, negativa
- risparmio di denaro: sia inteso come "percentuale sul prezzo di copertina" che eventuali quote di partecipazione per la pubblicazione della propria opera
- risparmio di mazzate emotive: causate da rifiuti o mancate risposte da parte delle case editrici

Tuttavia, non essendo il nostro un mondo perfetto, sussistono anche diversi svantaggi.
Primo tra tutti: la mancanza di un editing serio sulla propria opera.
Se si è onesti con sé stessi, e  se si vuole esserlo con chi ci leggerà, saremo costretti a rivolgerci a chi l'editor lo fa per mestiere; certo, l'esborso economico potrà essere di non poco conto ma la qualità dell'opera sarà quasi garantita.
Personalmente, credo che questo sia un investimento che vada fatto, purché, ovviamente, ciò non significhi dilapidare il proprio patrimonio.

Per quel che concerne promozione e distribuzione, attraverso una casa editrice sarebbero forse più oculate rispetto ai nostri metodi da social-strilloni.
Quindi, al giorno d'oggi, il dilemma che un esordiente si pone non è più
"Piccola o grande casa editrice?"
ma
"Da solo o con un editore?"

Si è più disposti ad attendere mesi per ricevere un rifiuto ma con la consapevolezza che, se rifiuto non sarà, ci potremo affidare a dei professionisti, oppure "bando alle ciance" e proviamoci da soli?

San Gennaro permettendo, ovviamente...

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