venerdì 23 maggio 2014

Ti ricordo




Di te ho un ricordo molto nitido in una notte afosa, cominciata come tante altre e terminata come nessuna.
Mi ricordo il tuo sguardo vuoto e, al tempo stesso, ricolmo di emozioni da dimenticare.
Mi ricordo le tue mani e le tue visioni fittizie; e la tua vita, appena cominciata e già troppo profondamente consumata.
Mi ricordo cascate oniriche di petali di rosa.
Mi ricordo la luna e la sua luce strana che ti illuminava e nascondeva.
Mi ricordo dei tuoi singhiozzi, della tua voce spaccata da un incubo ricorrente e da un sogno che tardava ad arrivare.

Ricordo le tue parole trafiggermi e frantumarmi, mentre cercavo di raccogliere pezzi di te e ricomporli con cura.
Lì, davanti a me, così lontana e vicina, come quando giocavi con i tuoi sogni su quell'altalena arrugginita.

E io tentavo di esserci ma ero troppo distante, perché in quel momento eri un'unica entità che si trascinava sola.
E ricordo di essermi dimenticato di me.

Mi ricordo la quiete, quando ti sei risvegliata in un sole banale e mi hai guardato come se stessi guardando un altro.
Prima che ce ne rendessimo conto, tutto era già diventato un secondo scivolato via dalle nostre mani.
E abbiamo ripreso a respirare.

Dopo quella volta, ho capito che vivere la sofferenza di un altro è la condanna più terribile e che nemmeno la morte potrà essere più lacerante.

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